Reperti archeologici sull’isola di Hvar

Nel mese di dicembre si è conclusa la prima fase delle ricerche archeologiche subacquee dei fondali marini di Hvar (Lesina), durante la quale sono stati trovati numerosi preziosi reperti archeologici.

Ciò ha confermato l’importanza e la continuità dell’esistenza e del funzionamento dei porti e degli insediamenti di Hvar per un periodo di quasi 3.000 anni.

I primi reperti archeologici risalgono al periodo preistorico e indicano l’uso intensivo del porto in quel periodo e la comunicazione con il circolo culturale greco.

Durante le approfondite ricerche sono stati rinvenuti oggetti dell’antichità, come anfore del tipo Lamboglia e tardoantiche, che, secondo gli archeologi, testimoniano lo sviluppo e l’espansione della città in quei periodi. I ritrovamenti suggeriscono anche che Hvar fosse uno dei punti più importanti del sistema di difesa e sorveglianza, costituito da diversi punti di controllo creati per ripristinare il controllo delle rotte marittime e stabilire il dominio marittimo nell’Adriatico e nel Mediterraneo orientale nel VI secolo da Bisanzio, spesso chiamata limes di Giustiniano. Sono stati rinvenuti anche lucerne medievali e numerosi oggetti dell’epoca dell’amministrazione veneziana.

In posizioni selezionate all’interno del porto cittadino e intorno all’isolotto di Galešnik, ovvero luoghi che mostrano la più alta densità e valore di materiale archeologico, proseguirà la ricerca archeologica, che si ritiene rivelerà dati chiave sulla storia e l’archeologia di Hvar e della Dalmazia centrale in generale.

La ricerca è stata condotta dalla società di ricerca archeologica Kantharos d.o.o. da Hvar in collaborazione con la città di Hvar, e il progetto è cofinanziato dalla Contea di Spalato-Dalmazia sulla base del Programma di sviluppo, protezione e valorizzazione del patrimonio marittimo nella Contea di Spalato-Dalmazia.

Fonte: morski.hr